Terapia Cognitiva Basata sulla Mindfulness per il Disturbo Ossessivo Compulsivo: temi, contenuti e scopi delle sedute

SEDUTA 1: Essere presenti nel momento presente come primo passo verso la libertà
SEDUTA 2: Comprendere la relazione tra Mindfulness e Disturbo Ossessivo Compulsivo
SEDUTA 3: Aiutare i familiari a sostenere i pazienti con Disturbo Ossessivo Compulsivo
SEDUTA 4: Capire la propria sfiducia, sviluppare una vera fiducia
SEDUTA 5: Usare i sensi per sviluppare fiducia
SEDUTA 6: Sviluppare una relazione sana con i pensieri
SEDUTA 7: Accettazione come primo passo verso il cambiamento
SEDUTA 8: Il “fare” consapevole e l’esposizione consapevole
SEDUTA 9: Sviluppare auto-compassione e auto-perdono
SEDUTA 10: Imparare a prendersi dei rischi consapevoli
SEDUTA 11: Affrontare la vita con fiducia e superare gli ostacoli in maniera efficace
SEDUTA 1: Essere presenti nel momento presente come primo passo verso la libertà
Lo scopo principale di questa prima seduta è aiutare i partecipanti a comprendere che cos’ è la mindfulness, cominciando a capire come essa potrebbe costituire un efficace antidoto al Disturbo Ossessivo Compulsivo e a comprendere la relazione tra i meccanismi ossessivi (rituali, significati negativi, comportamenti protettivi) e i “piloti automatici” presenti nella nostra esperienza normale. Attraverso gli esercizi della seduta, i partecipanti iniziano a riconoscere la tendenza della nostra mente a vagare continuamente. Coltivare e sviluppare la capacità di riportare la mente al qui ed ora è una delle qualità essenziali della pratica di mindfulness.
- Siamo in uno stato di mindfulness quando riconosciamo la nostra tendenza a essere nella modalità del pilota automatico.
- Si inizia ad apprendere come uscire dai piloti automatici diventando consapevoli di ogni momento.
SEDUTA 2: Comprendere la relazione tra Mindfulness e Disturbo Ossessivo Compulsivo
Questa seduta è focalizzata sulla comprensione del rapporto tra mindfulness e Disturbo Ossessivo Compulsivo, poiché i meccanismi ossessivi possono essere definiti come una grave mancanza nelle abilità di mindfulness (difficoltà attentive, fusione tra pensiero e azione, rimuginio, tendenza a interpretare i pensieri, ecc.). Attraverso la pratica di mindfulness e gli interventi psico-educativi, i pazienti imparano a comprendere i meccanismi cognitivi attivanti e perpetuanti del problema ossessivo (formulazione del problema) e come la pratica di mindfulness può svolgere un ruolo nel cambiare questi meccanismi. Concentrarsi sul respiro e sul corpo aiuta i partecipanti a diventare più consapevoli del continuo “chiacchiericcio” della mente (pensieri intrusivi, ossessioni, dubbi) e della sua tendenza a controllare le loro reazioni agli eventi quotidiani (vedi i rituali e le compulsioni)
SEDUTA 3: Aiutare i familiari a sostenere i pazienti con Disturbo Ossessivo Compulsivo
Questa è una seduta di tipo psico-educativo effettuata con i pazienti e i loro familiari o persone a loro vicine. Lo scopo è di aiutare i familiari e i pazienti a capire e prevenire gli “ostacoli ambientali” al cambiamento (comportamenti dei congiunti che tendono a rinforzare e mantenere il disturbo) e spiegare ciò che può essere invece di aiuto per le persone affette da Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Durante questa seduta:
- vengono illustrati il razionale e gli scopi del programma così come i meccanismi mentali e comportamentali di attivazione e mantenimento del problema ossessivo che vengono spesso alimentati e rinforzati involontariamente dai familiari (ad es. dare rassicurazioni, collaborare o favorire la messa in atto dei rituali compulsivi, essere ipercritici, etc.)
- viene spiegato che cosa non è utile (o controproducente) da fare e cosa è utile fare con i pazienti affetti da Disturbo Ossessivo Compulsivo
- si aiuta a capire come la pratica continua di mindfulness può modificare tali meccanismi e determinare un miglioramento terapeutico.
SEDUTA 4: Capire la propria sfiducia, sviluppare una vera fiducia
Il DOC può essere concettualizzato come un “disturbo della fiducia”. Le persone con problemi ossessivi tendono a essere fortemente sfiduciate verso sé stesse e più in particolare in relazione alla loro esperienza interna (memoria, attenzione, percezioni). Questo modo specifico di relazionarsi con gli stati interni può essere considerato come una grave mancanza di abilità di mindfulness. Per sviluppare la fiducia in sé stessi, il primo passo è coltivare intenzionalmente la consapevolezza della propria esperienza interna (pensieri, emozioni e sensazioni fisiche).
Obiettivi della seduta:
- Esplorare le diverse caratteristiche della sfiducia nei partecipanti
- Comprendere il ruolo e gli effetti della sfiducia nel Disturbo Ossessivo Compulsivo
- Capire come coltivare e sviluppare una sana fiducia
SEDUTA 5: Usare i sensi per sviluppare fiducia
Le persone con problemi ossessivi hanno spesso una scarsa fiducia nei confronti dei propri sensi e prestano poca attenzione a essi e quindi quando cercano di capire la realtà, possono affidarsi solo ai loro pensieri e alle loro convinzioni e credenze spesso distorte.
In questa seduta, l’attenzione è focalizzata sull’esperienza sensoriale e su come sviluppare una nuova relazione con i propri sensi, validandoli (considerando l’informazione che deriva da essi vera e attendibile) e utilizzandoli per avere una visione della realtà più oggettiva, chiara e vera, prevenendo in tal modo quei meccanismi mentali patologici che inevitabilmente conducono a comportamenti ossessivi. L’idea di base è che i sensi non mentono mai, mentre la mente spesso mente. Validare i sensi è il miglior antidoto al dubbio ossessivo.
SEDUTA 6: Sviluppare una relazione sana con i pensieri
Pensare è la normale funzione della mente e i pensieri sono il suo normale e potenzialmente utile prodotto; essi non costituiscono mai in sé un problema per quella che è la loro reale natura. Il problema è il rapporto che le persone con Disturbo Ossessivo Compulsivo hanno con i loro pensieri. Le persone affette da Disturbo Ossessivo Compulsivo hanno una relazione difficile e problematica con i loro pensieri. Lo scopo di questa seduta è aiutare i partecipanti a capire meglio il loro rapporto particolare con i pensieri (ad esempio la tendenza a identificarsi con essi, a giudicarli o interpretarli in termini minacciosi, a considerarli fatti reali, etc.) e a sviluppare un atteggiamento mentale neutro e distaccato verso i loro pensieri “problematici”, le emozioni e le sensazioni, che risulta incompatibile con i comportamenti problematici del Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Obiettivi:
- Coltivare e potenziare la mente osservatrice (la parte della mente che osserva in modo distanziato i pensieri)
- Rendersi conto di quanto è liberatorio capire che i nostri pensieri sono solo eventi mentali innocui e passeggeri e non fatti reali
- Aiutare le persone a disidentificarsi e decentrarsi dai propri pensieri
- Riconoscere il modo in cui le emozioni influenzano i nostri pensieri e di conseguenza anche i nostri comportamenti.
SEDUTA 7: Accettazione come primo passo verso il cambiamento
L’accettazione è un fattore fondamentale per gli individui affetti da Disturbo Ossessivo Compulsivo. Gli individui con Disturbo Ossessivo Compulsivo trovano estremamente difficile, se non impossibile, accettare alcune esperienze normali e innocue quali pensieri intrusivi o ossessivi, emozioni disagevoli (ansia, colpa, vergogna, disgusto) e sensazioni fisiche. Tale mancanza di accettazione è spesso il punto di partenza del disturbo. Per i pazienti affetti da disturbo ossessivo compulsivo, accettare significa rinunciare consapevolmente e intenzionalmente a tutti quei comportamenti che servono a evitare le esperienze interne indesiderate (es. ansia) ed essere disposti a provare le proprie emozioni e pensieri mentre si presentano, senza caricarli di giudizi, valutazioni e interpretazioni irrealistici e controproducenti.
Obiettivi:
- Relazionarsi con ciò che viene vissuto in un modo diverso implica "permettere" all’esperienza che sia così com'è, senza reagire a essa (vedi compulsioni, evitamenti, ricerca di rassicurazioni, etc.), senza giudicarla o cercare di renderla diversa.
- Questo atteggiamento accettante è un elemento importante del prendersi cura di se stessi e permette di vedere più chiaramente in ogni esperienza che cosa, se è possibile, necessita di un cambiamento e che cosa no.
SEDUTA 8: Il “fare” consapevole e l’esposizione consapevole
In questa seduta, i partecipanti sono aiutati a capire come la pratica di Mindfulness può consentire loro di sviluppare una “modalità del fare” più funzionale e consapevole (laddove ad esempio i rituali sono per lo più comportamenti inconsapevoli) e un senso di responsabilità più realistico e maturo, il quale è seriamente distorto nelle persone che soffrono di problemi ossessivi. La pratica di consapevolezza aiuta i pazienti anche a creare una relazione sana tra le loro intenzioni e azioni (intenzioni consapevoli) favorendo in tal modo l’abbandono delle loro tipiche azioni ossessive e automatiche (vedi rituali, neutralizzazioni, ecc.). L’esposizione consapevole (un’integrazione tra la procedura ERP-Esposizione e Prevenzione del Rituale- e la Mindfulness) introdotta in questa seduta, è un esercizio terapeutico fondamentale di questo programma, attraverso il quale i partecipanti possono imparare a rimanere intenzionalmente in contatto con lo stimolo o la situazione “ossessiva” effettuando un adeguato esame di realtà e con un senso di presenza, fiducia e sicurezza.
Obiettivi:
- Comprendere il potere delle intenzioni e agire consapevolmente per le persone con problemi di Disturbo Ossessivo Compulsivo
- Imparare a esporsi direttamente agli stimoli ossessivi in modo consapevole e realistico (esposizione consapevole)
- Introdurre attività nutrienti e arricchenti nella propria vita, che vanno a sostituire gli spazi prima ricoperti dai sintomi ossessivi
SEDUTA 9: Sviluppare auto-compassione e auto-perdono
La compassione è una qualità mentale e un sentimento ed è una componente fondamentale di tutti gli approcci basati sulla mindfulness. Coltivare la compassione, in particolare l’auto-compassione, può avere un potere terapeutico importante per le persone con Disturbo Ossessivo Compulsivo. Li aiuta a coltivare un atteggiamento e una relazione più gentile, morbida, indulgente flessibile e compassionevole verso sé stessi e a sviluppare un profondo e stabile senso di accettazione verso la loro natura fallibile e imperfetta di esseri umani. Un‘attitudine associata all’autocompassione, che costituisce un ulteriore antidoto a diversi meccanismi Disturbo Ossessivo Compulsivo, è l’auto-perdono. Tale atteggiamento mentale viene introdotto come pratica formale in questa seduta.
Obiettivi:
- Coltivare e sviluppare l'auto-compassione per creare un rapporto profondamente diverso nei confronti della propria sofferenza e imparare a prendersene cura
- Coltivare e sviluppare l'auto-perdono per normalizzare i sentimenti di colpa e di responsabilità disfunzionali.
SEDUTA 10: Imparare a prendersi dei rischi consapevoli
La responsabilità autentica consiste nell’ essere consapevoli del reale impatto delle nostre azioni e di come il nostro comportamento effettivamente influisce o può influire su di noi, sugli altri o sul mondo. Uno dei modi migliori per sviluppare un senso di responsabilità adeguato e maturo e una reale fiducia in sé stessi consiste nel prendere consapevolmente rischi costruttivi, comprendendo rischi che non sono necessariamente collegati alla problematica ossessiva. Questo tipo di assunzione di rischi porta a sviluppare un senso di responsabilità autentico ed è utile nel prevenire comportamenti evitanti e protettivi.
Obiettivi:
- Pianificare e implementare regolarmente dei rischi consapevoli nella propria vita
- Attuare i "rituali liberatori" per normalizzare i comportamenti rituali e rafforzare i miglioramenti raggiunti attraverso il programma e la motivazione a cambiare e a praticare la consapevolezza.
- Aiutare i partecipanti a prepararsi ad affrontare la vita e le sue sfide dopo la fine del corso.
SEDUTA 11: Affrontare la vita con fiducia e superare gli ostacoli in maniera efficace
Questa seduta finale di una giornata è organizzata come un breve ritiro di mindfulness. I membri del gruppo sono guidati attraverso una pratica intensiva di mindfulness per rivedere ciò che è stato insegnato durante il programma e per rafforzare la motivazione al mantenimento della pratica. I partecipanti condividono anche i miglioramenti ottenuti e le difficoltà ancora presenti e discutono di come sono riusciti a gestire gli ostacoli e le difficoltà nelle dieci settimane precedenti. È enfatizzata al massimo l’importanza del continuare una pratica regolare di mindfulness dopo la fine del corso al fine di riuscire a mantenere e incrementare i miglioramenti e prevenire le ricadute. Come conclusione, i partecipanti sono invitati a discutere su come possono prepararsi al meglio per affrontare la vita reale con un senso di fiducia, sicurezza e libertà.